martedì 29 gennaio 2013

Ricette Asociali: Introduzione


Da oggi l'Asocial Network si arricchisce: dopo il blog principale, le tregge e la gatta Pampalea, ecco le ricette di cucina. A dire il vero, l'idea mi "covava" da un bel po' di tempo; però le mie cove durano parecchio e devono passare per tutta una serie di fasi. La fase decisiva è, peraltro, sempre la solita: consiste nella domandona, ma chi te lo fa fare di aprire un altro blog? In un mondo oramai dedito a Facebook, Twitter e ad altri social networks, in effetti, la forma "blog" sta già declinando. Il blog è una pagina bianca, e la pagina bianca fa sempre più paura dato che è necessario riempirla con qualcosa che non siano gli oramai universali centoquaranta caratteri di idiozie. Io, però, proseguo imperterrito e anche nella forma che mi è del tutto congeniale: quella del totale rifiuto dell' "interazione virtuale" e della "comunicazione in Rete". Come vale per gli altri blog dell'Asocial Network, anche qui i commenti sono bloccati: se volete dirmi qualcosa, scrivetemi un'e-mail o telefonatemi. Contatto diretto e senza mediazioni zuckerberghiane. Anche per quanto riguarda le ricette di cucina.

Fatto il preambolo, parliamo brevemente di questo nuovo blog. 

Io sto da solo (con un gatto nero che va e viene liberamente, quando gli va e come gli va perché odio mettere in una gabbia qualunque essere vivente), e ci sto benissimo. Fine delle considerazioni simil-filosofiche; alla mia età, la convivenza forzata (e più o meno istituzionalizzata) con un altro essere umano mi risulterebbe assolutamente insopportabile. Naturalmente, tutto questo comporta tutta una serie di cose, tra le quali doversi fare da mangiare; e, debbo dirlo sinceramente, nonostante i miei recenti e non lievi problemi di salute sono rimasto (e rimarrò) una buona forchetta (e un ottimo bicchiere). Non crediate con questo che io mi ritenga un gran cuoco, o cucinatore; tutt'altro. Ho una specie di culto per i limiti personali, e soprattutto per la mia pienissima coscienza di averne e di accettarli. Però, tutto sommato, un po' di cose ho imparato a farle e, soprattutto, ho cercato di sviluppare, anche ai fornelli, l'arte della fantasia e dell'inventiva. Rigorosamente con le cose che ho a disposizione al momento.

Le ricette che troverete in questo blog, quindi, sono tutte create dal sottoscritto (che le ha provate rigorosamente su se stesso, con risultati non di rado orrendi alla prima...). Col tempo, e se la cosa prenderà piede, si potranno accettare anche ricette altrui, ma sempre secondo il medesimo principio. Niente è ripreso da libri, riviste, trasmissioni radiotelevisive, siti Internet o altro; le ricette qui contenute hanno da essere originali.

Un'altro principio basilare sono gli ingredienti comuni, di facilissimo reperimento e di basso costo. Qui dentro non vi sarà mai cucina "di lusso". Particolare risalto avranno gli avanzi, anche di due o tre giorni prima (se siete schizzinosi, quindi, levatevi immediatamente dai coglioni da questo blog e andate a seguire la Clerici).  Si tratta di ricette generalmente molto facili, e anche di rendimento non sempre assicurato. Del resto, ci posterò quel che garba a me e sta a voi decidere cosa fare (cosa della quale, francamente, non me ne frega assolutamente nulla). Traduzione: se sputerete tutto al primo boccone e/o i vostri eventuali commensali vi piglieranno a padellate sul muso, non pigliatevela con me.

Infine, tutte le ricette saranno invariabilmente espresse in dose singola. Per UNA persona. Questo è un libro di cucina prettamente Stirneriano: l'Unico e la sua Cucina. Sarebbe veramente ora di finirla con le dosi espresse tipo "per quattro persone": sempre la solita menata della "famiglia". A tavola si dev'essere per forza almeno in quattro: e formati famiglia, e trepperdùe, e carrellate di stronzate varie. Per questo, nell'intestazione del blog, si specifica a chiare lettere che le ricette sono "Antifamiglia". Niente cenoni natalizi, niente zii a pranzo la domenica, niente bambini rompiscatole (che, casomai, possono essere opportunamente cucinati in mille modi). Quindi, ricette Monodose. Se alle volte a tavola siete in due, raddoppiate la dose. Se siete in tre, la triplicate. Arrivo persino a dire che, se siete addirittura in quattro, la quadruplicate. Che ve l'hanno insegnato, a scuolina, a fare le moltiplicazioni? Ci riesco persino io, che sono sempre stato negato per l'aritmetica...

Non aspettatevi mai grandi cose. Io stesso sono quasi sempre molto critico nei confronti di ciò che faccio, roba da mangiare compresa. Nelle ricette saranno peraltro espressi rigorosamente e esclusivamente i miei gusti (ad esempio, sono abituato da sempre a infilare nelle pietanze quantità enormi di peperoncino, e non ho la minima intenzione di toglierlo o ridurlo). Non intendo "insegnarvi" alcunché, ma se per caso qualcosa vi piacerà ne sarò contento anche se non lo verrò mai a sapere.

Un'ultimissima cosa, sommamente importante: non è certo a caso che ci siano, qui, Max Stirner e l'Anarchist Cookbook. Qui si anarca, e parecchio, anche in cucina. Come Unico sono io, Unici siete pure voi. Più che "ricette", potrete pigliare tutto quel che ci sarà qua dentro come spunti (e spuntini, anche). In breve: fateci quel che volete. Modificate gli ingredienti, se vi va. Agite secondo i vostri gusti come io agisco secondo il mio. Introducete variazioni di ogni genere, queste sono ricette e non ordinanze ministeriali. Buttate via il Talismano della felicità e fregatevene anche della "buona cucina italiana", che è senz'altro buona ma qui si piglia l'argomento da un'angolazione leggermente differente. Eliminate quindi ogni stupidissimo nazionalismo anche dalle pentole e dalle padelle; vedrete quanti begli ibridacci ci saranno qua dentro.

E ora, bando alle ciance e andiamo a incominciare.